Inviato da marina@centrost... il
La scorsa puntata ci rivolgevamo ai ragazzi alle prese con la fatidica scelta della scuola superiore: spesso, però, anche gli adulti che gli sono vicini sentono la necessità di capire meglio come poter essere il giusto sostegno in questo momento così importante… perciò ecco qualche consiglio utile anche per voi!
#INFORMARSI
possibilmente lasciando spazio alla curiosità! Talvolta le scelte presentate dai ragazzi, magari con esagerato entusiasmo, fanno un po' paura perché resistono ancora stereotipi antiquati per cui "fai un liceo che sei così bravo a scuola, i tecnici sono un po’ troppo quadrati" oppure "i professionali vanno bene per quelli che non hanno voglia di studiare", "se fai il liceo però poi non hai in mano niente e devi fare per forza l'università, se vuoi lavorare subito meglio il tecnico"... In realtà il mercato del lavoro attuale si è super-specializzato, e ogni professionalità richiede l’acquisizione di competenze specifico/tecniche, ma anche trasversali. La scuola di oggi infatti cerca di formare i ragazzi “a doppio taglio”, per renderli in grado di soddisfare le domande implicite generali che stanno dietro la richiesta di mercato di diplomati o laureati (ad esempio, la capacità di lavorare in gruppo, le abilità di problem solving…) oltre che equipaggiarli di una preparazione specialistica in un certo ambito di competenza. Che siano apparentemente più “intellettuali” o “tecniche” nell’approccio, ogni scuola porta a modo suo a formarsi un’identità professionale solida e spendibile, e l’idea che determinati diplomi o titoli possano precludere strade successive è una realtà limitata veramente a pochi casi. Inoltre, esiste tutta una serie di nuove branche lavorative sulle quali aggiornarsi e leggere insieme ai figli i materiali informativi forniti dal ministero può diventare un’occasione per comprendere meglio le nuove evoluzioni e dinamiche del mondo del lavoro.
#ARRICCHIRE E SOSTENERE
Quello che manca ai ragazzi invece è un po’ l’esperienza di come funziona il mondo del lavoro: mettersi insieme a loro a districare le informazioni, mettendo al loro servizio la nostra esperienza di vita lavorativa per aiutarli a capire quali sbocchi lavorativi potranno avere grazie alle COMPETENZE che guadagneranno frequentando una scuola piuttosto che un’altra (e non valutando gli sbocchi lavorativi di questo o quel tipo di istituto superiore) può fornire un dato di realtà in più su cui riflettere, possibilmente senza lasciarsi contagiare dal pessimismo imperante post-crisi… Trovare lavoro sarà difficile a prescindere, ma trovare il percorso che ci può condurre al lavoro più adatto a noi rende forti, motivati e sicuri di poter affrontare le difficoltà attrezzati al meglio!
#CONFRONTARSI
E’ importante cercare di ascoltare i ragazzi, che a volte dietro sicurezza ostentata o apparente scarso interesse, o una scelta irremovibile che non vuole sentir ragioni, nascondono incertezze o difficoltà scolastiche, sfiducia nelle proprie capacità, paura di diventare autonomi nonostante l'indipendenza fieramente ricercata a questa età... Molte volte può essere un discorso difficile da affrontare perché gli adolescenti possono presentare un atteggiamento di chiusura e sembrano a volte tenere meno conto del consiglio di un adulto che non di quello dell’amico del cuore e questo può ferire: in realtà però se si riesce ad aprirsi ad un confronto non direttivo il parere di mamma e papà (ma anche dell’insegnante, dell’educatore, dell’allenatore o di qualunque altro adulto importante) su questa scelta può dare un maggior senso di sicurezza ad un ragazzo o una ragazza incerta sul da farsi.
# INFLUENZANOGRAZIE!
Ebbene sì, anche questo vale anche per voi! Gli adolescenti sono molto sensibili e hanno le antenne pronte a cogliere ogni possibile sfumatura nei commenti che vengono fatti su chi va in una scuola o in un’altra o su questo o quell’ambito lavorativo. Questa è un’età complessa e delicata, in cui i processi di identificazione assumono un ruolo centrale ed è proprio per questo che la scelta della scuola superiore non dovrebbe limitarsi ad un’analisi superficiale “di mercato”, ma considerare anche variabili più profonde e personali. E’ un momento istituzionalizzato in cui chiediamo come società a questi ragazzi di dirci che adulti vogliono diventare, e non è facile rispondere: provando a ritornare a quel momento in cui anche noi abbiamo fatto la nostra scelta ricorderemo forse come il commento tranchant di qualcuno sulla scuola che ci sarebbe tanto piaciuta ci abbia fatto magari rinunciare a proporla, o come siamo stati spinti verso percorsi che poi non ci hanno dato molta soddisfazione, o ancora come siamo arrivati a conseguire un dottorato universitario a dispetto del consiglio orientativo degli insegnanti. Dobbiamo tenere sempre presente che le aspettative legate agli stereotipi sui diversi tipi di formazione e di professionalità, a livello famigliare e sociale, influenzano fortemente le scelte dei ragazzi, che vi si possono conformare o, al contrario, in un moto di indipendenza, ribellare fieramente (magari più per principio che per una vera motivazione).
E’ importante pertanto ricordare quanto sia importante non esercitare in modo troppo direttivo l’influenza che possiamo avere in questo processo: a volte può succedere di proiettare le proprie aspettative sui ragazzi, con la buonissima intenzione di volere il meglio per loro, di aiutarli a fare strada nella vita… ma è importante che la strada che percorreranno sia autenticamente loro!
L’aiuto più grande che possiamo dar loro è quello che li responsabilizza e li spinge ad attivarsi in un’interrogazione automa su quali potrebbero essere le possibilità da considerare. Per conoscersi meglio e avere maggiori dati su cui riflettere, chiedere una consulenza orientativa può rivelarsi sicuramente utile: l’obiettivo di questo percorso è infatti sostenere l’autostima e rendere più consapevoli della situazione attorno a sé, per sostenere il processo di responsabilizzazione che porterà il ragazzo o la ragazza ad una presa autonoma di decisione.
Dott.ssa Chiara Peloli
Psicologa